Ricerca

Dall’Italia all’Olanda per amore della ricerca

Parte da Bionde, una piccola frazione del comune di Salizzole in provincia di Verona, la storia di Alberto Natali, un ragazzo 27enne, laureato in biotecnologie agroindustriali all’Università degli Studi di Verona. Da sempre interessato alle biotecnologie, durante il corso universitario la sua passione per lo studio del genoma come nuova frontiera per la ricerca è aumentata fino a diventare il suo lavoro.
Alberto però, dopo la laurea nel 2012, ha lasciato l’Italia ed è partito per l’Olanda. Gli si è presentata l’occasione di un dottorato di ricerca di 4 anni nel dipartimento di Biofisica della Vrije Universiteit di Amsterdam e lui non se l’è fatta scappare. Siamo riusciti ad incontrarlo in uno dei suoi viaggi di ritorno in Italia e ci siamo fatti raccontare la sua storia.

Come mai hai scelto di abbandonare l’Italia e andare all’estero, ed in particolare proprio in Olanda?

«Ho scelto l’estero in quanto penso che il dottorato di ricerca in Olanda sia strutturato in maniera diversa e per certi aspetti sia migliore. Per cominciare il contratto di dottorato in Olanda viene considerato pienamente come un lavoro, mentre in Italia si è visti ancora come studenti che ricevono un’annuale borsa di studio. Il che comporta una mancata serie di diritti che solo un lavoratore può avere. Ovviamente non sto qui a discutere sullo stipendio, poiché è nettamente migliore. Comunque, a parte il punto di vista economico, che ha comunque la sua rilevanza, ho scelto l’estero per migliorare il mio curriculum e per estendere la mia esperienza nella ricerca a livello internazionale. Credo infatti che in questo settore sia molto importante aver fatto esperienze al di fuori del proprio paese e soprattutto aver preso padronanza con l’inglese scientifico (cosa non da poco). Come mai ho scelto proprio l’Olanda? Non c’è un motivo particolare, avevo due possibilità, una in Germania e una nei Paesi Bassi, ho scelto quest’ultimo perché il progetto mi interessava di più».

In cosa consiste il tuo lavoro?

«Studio la fotosintesi delle alghe a livello molecolare, al fine di migliorare la qualità del biodiesel prodotto appunto tramite le alghe. Tutto questo per creare in futuro un’energia più sostenibile, sia dal punto di vista economico che ecologico».

Che consigli daresti ai giovani laureati italiani che si affacciano al mondo della ricerca?

«Secondo me per i giovani ricercatori un’esperienza all’estero è necessaria, non per forza per far carriera, ma come esperienza personale per capire come funziona al di fuori dell’Italia la ricerca e non solo. Ovviamente servono tanta passione e sacrificio, perché partire e cambiare la proprio vita da un giorno all’altro non è facile per nessuno».

Cosa ti piace dell’Olanda?

«Vivendo nella capitale devo dire che è una città molto internazionale, anche non parlando l’olandese, riesco a comunicare tramite l’inglese, che lo conoscono praticamente tutti. È una città poco caotica e molto ecologica, tutti si muovono in bicicletta. Di negativo c’è che è un po’ cara, ma comparato con i salari olandesi si vive benissimo».

Ti manca l’Italia?

«Alcune cose mi mancano. Il cibo italiano soprattutto e anche il clima che qua è spesso freddo. Ovviamente anche la famiglia e gli amici, ma devo dire che tramite le nuove tecnologie (skype, facebook, ecc.) si riesce a comunicare praticamente in tempo reale con i propri cari».

Quali sono i tuoi obiettivi futuri, tornerai in Italia?

«Sono ancora abbastanza indeciso, non so se voglio continuare la carriera accademica, oppure andare a lavorare per qualche società, rimanendo comunque nell’ambito della ricerca. La mia idea è di fare ancora qualche anno all’estero, poi però mi piacerebbe tornare in Italia».

Rifaresti la scelta di partire?

«Sì, è una scelta che rifarei! Vedo la ricerca come una passione, non solo come un lavoro, per questo sono felice di quello che sto facendo, lo vivo quasi come un divertimento!»

Costantino Meo
L'autore
Costantino Meo - Giornalista Pubblicista dal 2009, Laureato in Scienze della Comunicazione, ha collaborato e diretto vari periodici locali. Appassionato di politica, sport, meteo e ovviamente scrittura, è l'ideatore del sito e il direttore responsabile di "La Rana" e "La Rana News".

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